Benvenuti nel Kverse, l’universo narrativo che raccoglie le vicende di molti miei personaggi seriali: Carlo Medina, Mercy “Nightshade” Contreras Torres, Rosa “Sickrose” Kerr, Toni “Black” Porcell e diversi altri comprimari. A battezzarlo Kverse – dal fatto che sui social network spesso mi firmo semplicemente “K” – sono stati i lettori, quando hanno cominciato a osservare i collegamenti interni tra le varie storie; comprese quelle pubblicate con il nome François Torrent, lo pseudonimo che ho assunto dal 2002 per pubblicare la serie Nightshade nella collana Segretissimo Mondadori.
Molti elementi del Kverse mi accompagnano fin quasi dal giorno in cui ho deciso di diventare un narratore, anche se ho cominciato a lavorarci sul serio in funzione del pubblico venticinque anni fa, nel 1991, quando per la prima volta nella mia vita sono stato reclutato come scrittore (per la cronaca da RadioRai, in un progetto naufragato prematuramente; sarei tornato a scrivere per la fiction radiofonica solo nel 2003, con il serial Mata Hari). In seguito questo universo thriller ha cominciato a espandersi negli anni successivi grazie alla mia collaborazione con Mondadori, che ha pubblicato tutti i dodici romanzi dei cicli Medina e Nightshade (i più recenti sono oggi disponibili in ebook da Segretissimo Mondadori) e la maggior parte dei racconti.
Ma ci sono vari tasselli del Kverse, apparsi qua e là su riviste e antologie, come quelli di questa raccolta. A cominciare da Il morto ha sempre torto, pubblicato in un volume di storie sulla Guerra di Spagna. Il protagonista è Miquel Torrent, progenitore di Paco Torrent, visto più volte nelle storie di Mercy Contreras. Il racconto si svolge prevalentemente a Barcellona nel 1937 e prende libera ispirazione da fatti storici dell’epoca.
Miss Giustizia, scritto in inglese e uscito con il titolo Lady Killer, si ispira all’omonimo servizio fotografico del newyorkese Joey Falsetta cui era abbinato sulla rivista Twill, protagonista – con i propri nome e cognome – la modella Catherine Torres. La storia, ambientata negli Stati Uniti degli anni Cinquanta, racconta di una giustiziera alle prese con neonazisti, mafiosi e spie sovietiche. Da l cognome dell’eroina ho presunto che facesse parte di un ramo trasferito oltreoceano della stessa famiglia di Valeriana Torres.
Quest’ultima è al centro dell’indagine di Nome di battaglia: Manolo, ambientato quasi interamente nel 1975 – l’ultimo anno della dittatura franchista in Spagna – con una coda nel 1995, autentico preludio alle avventure di Mercy Contreras. È stato pubblicato in un’antologia-tributo nel decennale della morte del grande scrittore Manuel Vázquez Montalbán, l’autore più celebre della novela negra spagnola; chi conosce il suo famoso personaggio di Pepe Carvalho noterà notevoli somiglianze con il detective barcellonese, ex militante comunista ed ex agente della CIA, protagonista di questa storia. Lo affianca Jorge Romero detto El Rey, che ritrovate al fianco di Mercy Contreras già nel primo ebook di Missione Cuba.
Il terzo racconto, anche questo pubblicato in un’antologia, è incentrato invece su Caridad Gutierrez, una donna in cerca di vendetta a Maiorca nel 1985… un personaggio di cui prima o poi si risentirà parlare nel Kverse. Ma, per scoprire tutto su questo universo e i personaggi che lo popolano, vi invito a scoprire la Wikia dedicata al mondo di Nightshade, Medina, Sickrose & Co. Oltre, naturalmente, al serial di Black che potete seguire dal webmagazine Fronte del Blog e dalla mia pagina Facebook. L’avventura è solo all’inizio.