Il nizzardo José Pau, spia di Napoleone III nell’Italia del 1859, si muove abilmente tra salotti nobiliari, covi di cospiratori e campi di battaglia, pronto a cambiare identità e alleanze a seconda dei momenti. Con i troppi segreti che cela anche a se stesso, non dovrebbe mai cedere ai sentimenti. Eppure si innamora di Speranza Schmertz, giovane austriaca cresciuta a Milano che simpatizza per i rivoluzionari, benché figlia del capo della polizia segreta nel Lombardo-Veneto. Braccato dagli austriaci, sorvegliato dagli inglesi e spiato dai russi, José parte per Napoli con una nuova, rischiosa missione: fermare Garibaldi prima che cambi il corso della Storia. Un romanzo storico di intrighi e passioni, che racconta il Risorgimento come non l’avete mai conosciuto.
Paolo Brera è nato nel secolo scorso, non nella seconda metà che sono buoni anche i ragazzini, ma nell’accidentata prima metà, quella con le guerre e Charlie Chaplin. Poi si è in qualche modo trascinato fino al terzo millennio. Lo sforzo non gli è stato fatale, ma quasi, e comunque potete sempre aspettare seduti sulla riva del fiume. Nella sua vita ha fatto molti mestieri, che a leggerne l’elenco ci si raccapezza poco perfino lui: assistente universitario di quattro discipline diverse (storia economica, diritto privato comparato, economia politica e marketing), vice export manager di un’importante società petrolifera, consulente aziendale, giornalista, editore, affittacamere e scrittore. Ha pubblicato una settantina di articoli scientifici o culturali, tradotti in sei lingue europee, due saggi (Denaro ed Emergenza Fame, quest’ultimo pubblicato insieme a Famiglia Cristiana), due romanzi e una trentina di racconti di fantascienza, sei romanzi e una decina di racconti gialli, più un fritto misto di altri racconti difficili da definire. Negli ultimi anni si è scoperto la voglia di tradurre grandi autori, per il piacere di fare da tramite fra loro e il pubblico italiano. Questo ha voluto dire mettere le mani in molte lingue (tutte indoeuropee, peraltro). Il conto finora è arrivato a quindici. Non è che le parli tutte, ma oggi c’è il Web che per chi lo sa usare è anche un colossale dizionario pratico. L’essenziale è rendere attuali questi scrittori e i loro racconti, sfuggire all’aura di erudizione letteraria che infesta l’accademia italiana, e produrre qualcosa che sia divertente da leggere. Brera ci ha provato.