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Sul settimanale Stop “Il signor Wolf”, il mistero sulla fuga di Hitler

Sul settimanale Stop in edicola Enzo Caniatti ricostruisce tutti i misteri sulla fuga di Hitler, cui ha dedicato il thriller “Il signor Wolf”

 

fuga hitler

 

Qualche mese dopo la resa della Germania, davanti alle coste argentine emerse un U-Boot tedesco di ultima generazione. Era l’U-977 che si consegnava alle forze del Paese sudamericano, l’ultimo ad entrare in guerra a fianco degli Stati Uniti, nonostante nel corso del conflitto la giunta militare di destra, di cui faceva parte il colonnello Juan Perón futuro massimo leader argentino, non avesse fatto mistero delle proprie simpatie per il regime nazista.

Il governo argentino non si poteva tuttavia permettere sgarbi nei confronti dell’alleato statunitense e ordinò di consegnare l’equipaggio agli americani. Sottoposto a interrogatorio, il comandante dell’U-977 affermò di essere in mare da ben 105 giorni. Un tempo notevole se si pensa che mediamente le missioni degli U-Boot non superavano gli 80 giorni.

Si aggiunga a ciò che l’U-977 aveva lasciato la sua base in Norvegia il 2 maggio, il giorno in cui i russi conquistavano la Cancelleria, e si capisce perché si diffuse la notizia, ripresa dalla stampa di tutto il mondo, che su quel sottomarino poteva esserci Hitler, tanto più che i russi continuavano a sostenere che non avevano trovato alcun corpo.

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IL MISTERO

Nel maggio del 1945 la Norvegia, conquistata dalla Germania nel 1940, era ancora saldamente in mano alle forze di occupazione tedesche. In teoria, se Hitler fosse riuscito a fuggire da Berlino avrebbe potuto raggiungere la Norvegia. E da lì imbarcarsi sull’U-977. La lunghezza della permanenza in mare indusse molti a credere che il sottomarino avesse fatto una deviazione prima di emergere e consegnarsi agli argentini. Forse in Patagonia o addirittura in Antartide, dove si vociferava che i tedeschi avessero una base segreta, e aver fatto scendere Hitler.

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La radio francese diffuse la notizia che Hitler aveva trovato rifugio in Antartide nell’isola degli Esploratori. La psicosi che l’uomo più ricercato del mondo si trovasse in America Latina si diffuse a macchia d’olio nell’intero sudamerica. Centinaia di segnalazioni di avvistamenti giunsero alla FBI, il cui capo, J. Edgar Hoover ordinò di seguire e catalogare ogni pista. Negli archivi dell’Ufficio Federale è conservato un voluminoso dossier raccolto in dieci anni di lavoro. La caccia all’uomo non diede alcun frutto, o almeno così risulta dagli atti ufficiali visto che, spulciando negli archivi dei giornali dell’epoca, le notizie ad effetto non mancano di certo, come quella di un incontro ravvicinato, nel settembre del 1946 al largo delle isole Falkland, tra una baleniera e un U-Boot.

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Secondo il racconto del comandante della baleniera, l’U-Boot, in assetto da combattimento, avrebbe arrestato la sua nave e il comandante gli avrebbe ordinato, con tono gentile, ma fermo, di cedergli sul campo parte della riserva di nafta della baleniera. Fatto rifornimento, il comandante dell’U-Boot avrebbe pagato il “pieno” in dollari americani. Ciò confermerebbe la voce sull’esistenza di una base segreta tedesca nelle zone inesplorate dell’Antartide. Secondo alcuni, tale base venne individuata e fatta saltare in aria, nei primi anni Cinquanta, dagli incursori della marina americana.

Enzo Caniatti per Stop

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