Periodo d’insonnia.
Un po’ le tasse, un po’ la gravidanza di mia moglie e il trasloco alle porte, un po’ quel lavoro di merda che mi toglieva di volta in volta tre anni di vita…
La notte era il rifugio ideale.
Silenzio e oscurità. I due gatti ai piedi del letto che russavano riempiendomi d’invidia, qualche grillo in giardino e un motorino scarburato che girava per la piazza.
Quello era il momento giusto per trovare soluzioni a quell’esistenza patetica che mi avvolgeva ogni giorno di più. In realtà, è il caso di dirlo, di soluzioni non ne trovavo quasi mai.
Mi limitavo a commiserarmi fissando il soffitto e ad inventare realtà alternative in cui poter bere, scopare e godermi miliardi di euro in leggerezza senza neppure sapere il significato della parola “problema”.
Così, in quell’afosa estate uguale a tante altre, mi ritrovai disteso sulle lenzuola madide di sudore facendomi i fatti miei quando dalla stanza accanto mi parve di sentire un rumore sospetto, come un colpetto appena percettibile ma indiscutibilmente reale.
Mi limitai ad alzare un sopracciglio e ad allungare le gambe per controllare la presenza di Colin e Poldo, i due gatti obesi e perennemente addormentati.
Nessuno mancava all’appello.
(continua a leggere su Gqitalia.it)
VAI AL LIBRO DI ALEX REBATTO: 2084-QUALCOSA IN CUI CREDERE